Le scarpe antinfortunistiche sono un elemento fondamentale per garantire la sicurezza del piede ed evitare gli infortuni sul lavoro, soprattutto quando i pericoli meccanici, chimici e atmosferici sono caratteristiche della mansione svolta.
Esiste una Normativa Europea e un Decreto Legge che regolamentano l’uso delle scarpe di sicurezza. L’utilizzo della scarpa antinfortunistica è obbligatoria per moltissimi settori, non solo infatti in fabbrica o in cantiere (come si potrebbe pensare), le scarpe da lavoro sono infatti necessari anche negli ospedali o nelle mense.
Nonostante la dettagliatissima normativa, però, possono sorgere diversi dubbi che riguardano il tipo di calzature da scegliere in base alla mansione svolta, dove acquistarle, a chi spetta comprarle (se al datore di lavoro o al dipendente), se esistono degli esoneri per evitare di indossarle o quando devono essere cambiate.
Qual è il giusto comportamento da adottare con questo paio di scarpe speciali? Le usi sul luogo di lavoro, oppure hai intenzione di comprarle in autonomia perché sei un artigiano, un restauratore o semplicemente ti piace il fai-da-te? Qualsiasi sia la tua esigenza, esiste una tipologia di scarpe antinfortunistiche fatta apposta per te.
Le scarpe da lavoro non sono certo come quelle che utilizzi tutti i giorni. Somigliano al casco che metti solo quando guidi lo scooter. La funzione è uguale, solo che questa volta, la protezione si sposta dalla testa ai piedi.
Sono fabbricate con materiali particolari e sottoposte a diversi test per verificarne l’efficacia prima di essere messe in commercio. Non sono tutte uguali fra di loro ed è per questo che devono essere attentamente scelte a seconda del tipo di mansione che vai a svolgere.
Dalla suola ai lacci: le diverse parti della scarpa antinfortunistica
Prima di scoprire quali sono e diverse tipologie di scarpe sicurezza vediamo quali sono le parti speciali che le compongono.
- Suola È fatta di poliuretano compatto e le sue proprietà non sono solo antiscivolo ma anche antiacido, antiabrasione e antistatica. Per
alcuni professionisti, invece, esposti a temperature elevate (gli asfaltatori,
i saldatori), nella suola viene impiegata la gomma nitrilica a conduzione zero.
Grazie a questa proprietà, il piede rimane a una temperatura normale anche
quando il calore del suolo arriva a 150°C. - Lamina
anti-perforazione
Subito
sopra la suola, viene posta una lamina impossibile da bucare. Questo strato di
metallo, protegge la pianta del piede da eventuali chiodi, o altri oggetti contundenti
che potrebbero perforare la suola.
- Sottopiede antisudore
Sopra la lamina, viene messo un confortevole sottopiede antisudore, per mantenere tutte le parti della scarpa ben asciutte e impermeabili.
- Cambrione
Parte ricurva in cuoio, o altro materiale, posta in corrispondenza nell’infosso del piede fra il tallone e la pianta, per evitare l’effetto “piedi piatti” e lasciare la giusta mobilità.
- Puntale
Protezione in acciaio per la punta delle scarpe. Protegge le dita del piede da colpi o schiacciamenti. Può resistere agli impatti fino a 200 J.
- Salva falangi
Imbottitura posta fra il puntale e le dita, per evitare che queste ultime sbattano sul metallo.
- Salva malleolo
Imbottitura che mette in sicurezza l’osso sporgente della caviglia dagli urti.
- Tomaia
Tutto il resto della scarpa, a parte la suola. È la parte superiore che può essere chiusa tramite lacci, fibbie, ganci o parti in velcro. Deve essere resistente agli strappi e alle flessioni.
Quali antinfortunistiche scegliere? Ogni lavora ha la sua
Abbiamo visto finora quali sono i materiali speciali impiegati e le parti che compongono una scarpa di sicurezza. Ma non tutti i lavori sono uguali, ognuno è soggetto a pericoli diversi, quindi le calzature si dividono in 3 tipologie in base alla loro destinazione: basse, alte, aperte.
- Scarpe da lavoro comode e leggere
Somigliano alle delle classiche sneakers e proteggono solo il piede, non la caviglia. Sono più comode e flessibili rispetto ad altre tipologie, rappresentano le norme base di sicurezza. Sono usate per lavori leggeri.
A questa categoria appartengono anche i sandali antinfortunistici che, rispetto ai primi, hanno delle aperture sul davanti a occhio di bue, oppure di lato, per fare respirare il piede. La chiusura, anziché con lacci è a strappo.
- Scarpe da lavoro alte
L’altezza della calzatura arriva a coprire anche la caviglia e, in certi casi, anche il ginocchio quando si tratta di veri e propri stivali antinfortunistici. Sono il massimo della sicurezza, è come se il piede indossasse un’armatura. Sono indicate soprattutto per mansioni pesanti svolte in ambienti a rischio come i cantieri.
- Zoccoli da lavoro
Sono le tipiche calzature bianche, blu o verdi che si notano ai piedi delle persone impiegate nell’ambito sanitario o della ristorazione. La parte sul davanti è bucherellata per favorire la traspirazione, e si agganciano al piede tramite una fibbia sul retro della caviglia. La protezione che forniscono è minima dato che sono aperte. Vengono usate principalmente per la suola antiscivolo. Non presentano parti in metallo come gli altri tipi di calzature.
Normativa sulle scarpe antinfortunistiche
La fabbricazione delle scarpe da lavoro è regolata dalla Normativa UNI EN ISO 20345. In questo documento, valido a livello europeo, vengono descritti nel dettaglio tutti i requisiti che una calzatura deve avere per essere classificata come “antinfortunistica”. Il non rispetto della norma da parte dei produttori porta a gravi sanzioni.
Tutti i materiali impiegati nella fabbricazione devono essere approvati e conformi agli standard europei. Tutti i test di verifica devono essere monitorati e certificati prima di poter dare il via alla distribuzione.
Secondo il regolamento, le calzature da lavoro sono classificate in base alla mansione da svolgere. Quindi, al momento dell’acquisto, bisogna stare attenti alla sigla che accompagna la descrizione della scarpa, così da scegliere quella perfetta per il proprio lavoro.
La classificazione
Prima di tutto, esistono 2 macro-classi che dividono le tipologie di scarpe antinfortunistiche in base al materiale principale usato per la fabbricazione:
- Classe Tipo I Cuoio, pelle o altri materiali escluse le gomme.
- Classe
Tipo II
Solo
gomma o polimero come poliuretano. A loro volta, queste 2 macro-classi, si dividono in altre 3 sottoclassi rispetto
alla differente resistenza del puntale in acciaio. - Sottoclasse S Scarpe per la
sicurezza
con un puntale
resistente a urti contro oggetti pesanti fino a 20kg. Assorbono l’impatto da 1
m di altezza. - Sottoclasse P Scarpe per la
protezione
con puntale di
resistenza inferiore rispetto alla sottoclasse S. - Sottoclasse O Scarpe per il lavoro senza il puntale di rinforzo.
Ma
la classificazione non finisce qui ed entra ancora più nello specifico. Le
scarpe sicurezza S si distinguono in
ulteriori classi rispetto alla loro destinazione:
- SB La sigla sta per Sicurezza di Base e racchiude tutte le calzature che in generale soddisfano i requisiti standard e hanno un puntale di acciaio resistente a 200 J.
- S1 Possiede un puntale d’acciaio e la suola antiscivolo, antistatica ma senza laminaantiperforazione. Viene impiegata per le mansioni poco a rischio e può essereusata anche per lavori di fai-da-te o giardinaggio.
- S1P Uguale alla scarpa antinfortunistica S1 ma in più ha la lamina antiperforazione.
- S2 Rispetto alle precedenti, è impermeabile all’acqua fino a un’ora di immersione del piede.
- S3 Sono le scarpe sicurezza più utilizzate e complete. Hanno la lamina antiperforazione sia in metallo, in tessuto o fibra sintetica.
- S4 Indicate per i lavori in cui si è esposti continuamente all’acqua. Completamente impermeabili senza limiti di tempo. Non hanno la lamina protettiva.
- S5 Uguali alla versione S4, in più possiedono la lamina antiforo.
Dispositivi di protezione individuale (DPI)
Se la Normativa europea UNI EN ISO 20345 si concentra sulle regole di fabbricazione, certificazione e corretta classificazione di questo fondamentale elemento dell’abbigliamento da lavoro, il Decreto Legge DPI sui Dispositivi di protezione individuale spiega gli obblighi e le modalità di impiego.
Il proprietario di un’azienda, o il datore di lavoro, ha l’obbligo e il dovere giuridico di stilare una lista di dispositivi di protezione individuale da fornire ai suoi dipendenti esposti a rischio infortuni. Questa azione preliminare fa parte dell’iter da adottare per la prevenzione degli incidenti sul luogo di lavoro.
Per questo, le calzature professionali sono così importanti e l’azienda deve fornirle gratuitamente ai propri operai. Al contrario, sarà suscettibile di sanzioni non solo per il mancato impiego ma anche per il mancato controllo del loro effettivo uso.
Cosa succede, se il lavoratore si rifiuta di indossare le scarpe speciali, oppure presenta un certificato medico come esenzione? La responsabilità rimane dell’azienda.
L’obbligo di sicurezza: esenzione per scarpe da lavoro
Non esistono esenzioni mediche che sollevano l’impiegato dall’obbligo di indossare i dispositivi per la sicurezza individuale. Tutti gli operatori delle categorie a rischio di infortunio devono indossare le scarpe indicate secondo la norma se, però, per problemi medici certificati, la persona indicata non può indossare le scarpe che l’azienda ha dato in dotazione, quest’ultimo ha diritto a cercare ed utilizzare il modello di scarpa antinfortunistica che meglio si adatta alle proprie esigenze.
Se l’operaio non presenta alcun certificato medico ma si rifiuta comunque a indossare le scarpe in dotazione, si procederà con un richiamo all’ordine. Qualora la disubbidienza dovesse perpetuarsi nel tempo, allora l’azienda ha il potere di effettuare un procedimento disciplinare oppure un drastico licenziamento.
Rimborso delle scarpe antinfortunistiche
Come anticipato, per qualsiasi caso, è il lavoratore a
doversi preoccupare dell’acquisto delle scarpe antinfortunistiche, il datore di
lavoro è tenuto al
rimborso completo della spesa sostenuta. La sicurezza del
lavoro, e quindi anche l’acquisto e il controllo delle scarpe
antinfortunistiche, è a carico del datore di lavoro e quindi, anche il costo
della scarpa deve essere coperto dall’azienda.
Quando sono obbligatorie le scarpe antinfortunistiche
Nel d.lgs. 81/2008, art. 74 in materia DPI sancisce l’obbligo delle calzature da lavoro qualora ci fosse il rischio di lesioni ai piedi. Ossia, in tutti quegli ambienti e in tutte quelle situazioni in cui il dipendente è esposto a rischio di scivolamenti, urti, ustioni, punture, schiacciamento o abrasioni da agenti chimici.
Per chi lavora sui tetti, sulle impalcature, nei cantieri edili, in stabilimenti metallurgici, in acciaierie, miniere, nelle industrie. Gli ambiti professionali in cui la protezione dell’individuo deve essere messa al primo posto sono veramente tantissimi. Seguendo la classificazione europea, è possibile scegliere quale tipologia di scarpe di sicurezza è adatta a proteggere il lavoratore da possibili infortuni.
Dove comprare le scarpe per il lavoro
L’abbigliamento da lavoro, così come le scarpe, si acquista presso negozi specializzati che puoi trovare facilmente nella tua città. Se si ha difficoltà a reperirle, o comunque se ami la varietà di scelta e la comodità dell’acquisto on-line, esistono dei famosi brand leader nel settore che offrono una vasta gamma di prodotti sui loro siti ufficiali.
Prova a visitare il sito specializzato Cofra o U Power. Invece, se sei un appassionato di marche sportive, la Diadora e la Lotto hanno arricchito la loro offerta anche con una linea dedicata alle work shoes.
Quando scadono le scarpe antinfortunistiche
Avresti mai pensato che un paio di scarpe può avere una scadenza proprio come un vasetto di yoghurt? Secondo il Decreto di Legge sui DPI, su ogni scarpa anti infortunistica deve essere posta anche la data di scadenza. Il lasso di tempo entro cui “consumare” le scarpe varia rispetto al lavoro per cui verranno impiegate, ma di solito va da un anno ai 18 mesi.
Superata la scadenza indicata, le calzature sono inutilizzabili perché non garantiscono più la protezione al piede. La suola antiscivolo, la lamiera antiforo, il puntale, l’impermeabilità, sono tutti elementi fondamentali che devono essere in perfette condizioni per garantire la massima efficienza. Per questo motivo, a prescindere dalla scadenza, per tutelare la propria sicurezza, se la scarpa appare rovinata o si rompe in qualche sua parte, deve essere prontamente cambiata.
Dove buttarle
Lo smaltimento delle scarpe antinfortunistiche dovrebbe essere a discrezione dell’azienda dato che sono un elemento dell’uniforme di lavoro. Ma dato che spesso, anche i vestiti da lavoro rimangono ai dipendenti che li lavano, li curano e li buttano, anche per le scarpe sicurezza potrebbe essere utile capire dove si buttano una volta scadute o rovinate.
Secondo un ragionamento per categorie, andrebbero buttate là dove si gettano anche tutte le altre scarpe, ossia: nel secco indifferenziato (a differenza delle scarpe normali che se sono ancora buone puoi donare ai centri di raccolta per i poveri, le scarpe da lavoro non possono essere donate). Però, se si tratta di scarpe con parti in metallo o materiali speciali come quelle di sottoclasse S e P (a differenza di quella O), allora è meglio non metterle insieme alle altre scarpe e rivolgersi a un Ecocentro della propria città.
Conclusioni
Varie tipologie a seconda della loro destinazione, varie forme, colori, materiali. In ogni caso, le scarpe antinfortunistiche sono un elemento necessario e obbligatorio per la tua sicurezza sul lavoro. È obbligo dell’azienda fornirtele senza alcun contributo monetario da parte tua. Se non puoi indossarle per problemi di salute, meglio farlo subito presente al responsabile della sicurezza aziendale.