La scarpa è un elemento essenziale dell’abbigliamento ed il suo ruolo principale è quello di proteggere il piede. Nata già nell’antichità e arrivata fino a noi in numerose varianti di forgia, dimensione e colore, oggi la scarpa ha assunto un’importanza anche estetica. Non tutti, però, conoscono il lavoro che si nasconde dietro alla costruzione di una scarpa, né da quante e quali parti sia composta.
“Come si chiama la parte superiore della scarpa?” “La fodera scarpe cos’è?”
Queste e tante alte sono le domande che ci si pone quando si pensa alla composizione delle scarpe.
Avvalendoci del dizionario tecnico della calzatura, questo articolo ha il compito di insegnarti il nome delle varie parti che compongono una scarpa, oltre che a svelarti qual è il loro compito.
La tomaia
Come descrivere una scarpa senza parlare della tomaia? Tomaia è un termine che ha origine dalla parola greca tomàrion che significa pezzetto tagliato ed è la parte superiore della scarpa. Ha una forma sagomata e viene unita alla suola tramite una cucitura o con l’incollaggio.
La tomaia può essere realizzata in un unico pezzo oppure essere formata da mascherina o ghetta, gambetti, linguetta e punta o puntale.
I gambetti o gambini, sono le parti della mascherina in cui sono ricavati gli occhielli nei quali scorreranno le stringhe. Il modo in cui i gambetti si uniscono alla mascherina definisce la suddivisione delle stringate oxford e le derby. Rappresentano anche le pareti laterali della scarpa e vengono uniti nella parte posteriore della stessa.ù
La mascherina è la parte anteriore (fino al puntale) e laterale della tomaia. Da notare che in alcuni modelli di scarpe il puntale non esiste ed è la mascherina che, allungandosi, va a formare la punta della scarpa.
I materiali che si usano per realizzare la tomaia sono diversi, a seconda dei tipi di scarpa e degli usi a cui sarà destinata. Generalmente, si tratta di pelle, suede, tessuto o plastica.
La fodera
Nella costruzione delle scarpe un elemento al quale prestare molta attenzione, per rendere la scarpa di qualità, è la fodera, il rivestimento interno, in stoffa o in pelle, della tomaia o di una parte della stessa. In pratica, è la parte della scarpa che rimane a contatto con il piede, è per questo che la sua lavorazione e il materiale con cui è costituita andrà a definire la qualità della calzatura. La fodera è inoltre importante perché molta della comodità di una scarpa dipende proprio dalla sua presenza o meno.
La linguetta
Proseguiamo il nostro viaggio nella composizione delle scarpe con la linguetta, la striscia di pelle posta sotto ai gambetti e cucita alla mascherina. È quasi sempre realizzata con lo stesso materiale di cui è composta la tomaia e il suo scopo è proteggere il collo del piede.
Soprattutto negli scarponi, per impedire ad acqua e neve di penetrare all’interno, la linguetta viene unita ai gambetti per mezzo del soffione, una sottile striscia dello stesso materiale di cui è costituita la tomaia.
Lo sperone
Lo sperone rappresenta un riporto che può essere vero o finto e che si trova nella zona posteriore della tomaia, in concomitanza al contrafforte, cioè il punto in cui i due gambetti vengono cuciti insieme. Quando è finto il suo scopo è quello di mascherare la cucitura, se è vero ha anche la funzione di rinforzare la scarpa.
Il puntale o punta
Come hai sicuramente intuito, il puntale o punta è la parte anteriore della scarpa e, a sua volta, può essere di diversi tipi: semplice, rinforzata (detta anche a doppia puntina), lavorata, dura o morbida.
Di seguito ti mostriamo i tipi di punta:
- Punta a coda di rondine: conosciuta anche con i termini di punta golf, punta lancia, punta scialle e punta Wilson, è la punta, riportata o finta, che viene raccordata alla mascherina con una forma a doppia curva che parte da una punta al centro (come a rappresentare le ali di una rondine, appunto), spesso ornata di brogue.
- Punta ricamata: si definisce così la punta che è stata forata per rappresentare un disegno estetico.
- Punta gondola: punta di solito piuttosto larga e sollevata all’estremità anteriore.
- Punta quadrata: qui la forma è squadrata, con i lati quasi verticali. Si utilizza molto nelle scarpe sportive.
- Punta rotonda: è la punta di tipo più comune.
- Punta sfilata: in questo caso la punta della scarpa ha forma piuttosto acuta.
- Punta spigolata: è la punta tipica del mocassino. Si realizza unendo la vaschetta con la fascia laterale formando uno spigolo.
- Puntale di sicurezza: puntale d’acciaio incorporato in corrispondenza della mascherina, tra la tomaia e la fodera, che viene usato esclusivamente per le scarpe da lavoro. In questo caso, il puntale è resistente allo schiacciamento, in grado di sopportare gli sforzi ben definiti previsti dalle norme tecniche di settore.
La suola e il tacco
Parlando della composizione delle scarpe non possiamo non citare il tacco e la suola, gli elementi che, probabilmente, conosci meglio.
La suola della scarpa ne costituisce il fondo ed è la superficie che quando cammini entra in contatto con il piano di appoggio. La suola cosiddetta “a cassetta” è una versione particolare che possiede i bordi rialzati, nei quali viene introdotta la tomaia.
Può essere realizzata con materiali diversi, in base al tipo di scarpa a cui è destinata. La più pregiata è quella in cuoio con certificazione di “vera pelle” che viene utilizzata su scarpe di qualità medio-alta e nel settore luxury. La suola in materiali plastici e gomma è molto utilizzata invece nelle scarpe invernali, nelle sneakers e negli stivali da lavoro. La suola in corda, ottenuta intrecciando variamente od avvolgendo in piano della corda, è applicata soprattutto alle espadrillas.
Anche il “disegno della suola” ha un suo scopo preciso: la suola carrarmato, per esempio, trova l’impiego ideale sugli scarponi e gli anfibi, date le sue doti di elevato grip anche in situazioni difficili.
Infine, con il termine di suola sbordata si indica quella suola in cui il profilo sporge di una misura costante lungo l’intero perimetro della tomaia montata.
La suoletta, invece, è il rivestimento sottile che viene incollato sul sottopiede per nascondere eventuali difetti del sottopiede stesso.
Fra le parti della scarpa il tacco costituisce il rialzo che viene posto inferiormente alla calzatura, in prossimità del tallone. Il suo scopo è dare alla scarpa un determinato assetto. Esistono diversi tipi di tacco che vanno da quello basso (circa 3 cm) come nelle calzature normali, soprattutto da uomo, fin a quello alto che raggiunge e a volte supera i “fatidici” 12 centimetri delle scarpe da donna. In commercio sono anche molto diffuse le scarpe con il tacco nascosto, utilizzate per alzare la statura di quegli uomini che non sono soddisfatti della loro altezza. In questo caso il tacco viene mimetizzato all’interno della scarpa ed è invisibile dall’esterno. Il tacco viene realizzato in materiali diversi che sono: cuoio, cartone, recuperi del cuoio, gomma e plastica. L’utilizzo del cartone avviene per motivi di economicità: infatti è decisamente più a buon mercato della vera pelle e possiede un peso specifico inferiore. Di solito, questo tipo di tacco presenta anche il penultimo strato in pelle e l’ultimo, quello a contatto con il suolo, in gomma. La gomma è sempre presente come ultimo strato, anche nei tacchi in vero cuoio, perché garantisce protezione dalla pioggia e dall’umidità, oltre ad aumentare la durata del tacco nel tempo.
Il progresso tecnologico degli ultimi anni ha investito anche i tacchi e oggi la loro realizzazione vede l’impiego massiccio delle materie plastiche, specialmente nella composizione delle scarpe da donna. La plastica offre la grande comodità di poter essere fusa e colata in stampi, consentendo la realizzazione di forme che sarebbero impossibili con i vecchi metodi. Per una rifinitura in linea con l’estetica della scarpa, il tacco viene rivestito in pelle o cuoio oppure verniciato, a seconda dell’esigenza dello stilista. Polistirolo ed ABS sono i due materiali maggiormente utilizzati. Per garantire la solidità necessaria a sostenere il peso di una persona, quando i tacchi sono particolarmente alti e sottili vengono rinforzati da un’anima in acciaio dello spessore di circa 5 mm che viene inserita nello stampo e inglobata nel tacco stesso al momento della colatura. La protezione del tacco viene garantita con l’inserimento di un sottotacco in poliuretano che, notoriamente, è un materiale altamente resistente all’abrasione.
Di tacchi ne esistono però a decine, qui di seguito ti elenchiamo i più comuni:
- Tacco a campana, detto anche svasato: come in una campana, la sua superficie inferiore è maggiore di quella superiore.
- Tacco a coda, detto anche Luigi XV: si tratta di un tacco alto, inclinato in avanti, che possiede una gola molto incavata e ricoperta da un prolungamento della suola chiamato coda.
- Tacco a cono: questo tacco è alto, a forma di cono rovesciato ed ha un’inclinazione più accentuata nella parte posteriore.
- Tacco a rocchetto: anche questo è un tacco alto, ma qui le superfici laterali sono concave ed è svasato in basso.
- Tacco a zeppa, detto anche a scivolo: in questo caso la parte anteriore del tacco è legata in modo continuo o quasi continuo alla suola, con la quale forma un elemento unico. Spesso, nel linguaggio comune, non si parla nemmeno di tacco a zeppa, ma semplicemente di zeppa.
- Tacco a spillo: questo elemento è affilato verso il basso e termina con una superficie di appoggio molto piccola.
- Tacco a strati: è il tacco classico, realizzato a strati di cuoio o con un rivestimento che simula tali strati; la sua gola, solitamente, è molto incavata.
- Tacco chiuso: si parla di tacco chiuso quando il contorno non sporge oltre la proiezione della boetta.
- Tacco sbordato: è l’esatto contrario del tacco chiuso, perché qui il contorno sporge oltre la proiezione della boetta.
- Tacco cubano: tacco alto di cuoio o rivestito in cuoio, di forma quasi semicilindrica. È il classico tacco impiegato sugli stivali e stivaletti.
- Tacco italiano: il tacco italiano è un tacco alto, chiuso e fortemente arrotondato su tutti i lati.
- Tacco piatto: si chiama così il tacco di piccolo spessore, formato da un solo foglio di cuoio o in altro materiale, direttamente fissato alla boetta.
L’ultimo elemento nella composizione delle scarpe è il guardolo: quasi un trait d’union fra la suola e la tomaia, questa sottile striscia di cuoio flessibile segue il profilo della suola e su di essa vengono cucite da un lato la tomaia ed il sottopiede e dall’altro la suola.
Ovviamente, in base alla scarpa, gli elementi possono variare. Per capirne meglio le differenze e scoprire tutte le varianti leggi anche le articoli che riportano tutti i nomi delle scarpe da donna e tutti i modelli di scarpe da uomo.
Siamo giunti in fondo alla nostra piccola guida pratica sulle parti di cui è composta una scarpa. Ti aspettiamo sul nostro sito, per mostrarti le tomaie in pelle delle nostre calzature, il brogue delle derby, le pregiate suole in vero cuoio, i tacchi italiani o il particolare del guardolo presente sulle calzature luxury.